Il maestro Roberto Russo può definirsi il fondatore del “Fantasy Metropolitano”, una corrente artistica caratterizzata dalla riqualificazione della realtà antropizzata e degli spazi urbani, attraverso l’allestimento scenico, caratterizzato da elementi fantasiosi, contraddistinti da forme particolari e da colori accesi.
Sono proprio i caleidoscopici colori delle tele del maestro Roberto Russo ad attirare inizialmente l’attenzione: colori solari, nitidi, ben definiti, con una realizzazione differenziata delle sfumature ed un versatile uso della pennellata.
I colori squillanti e vivaci e gli accostamenti cromatici rievocano la tecnica della vetrata con un “rifacimento pittorico” della “grisaille” (particolare tecnica di pittura su vetro) per gli sfondi.
Pertanto, ad una apparente semplicità scenica, prospettica e compositiva delle opere di Roberto Russo, si associa una grande sapienza e versatilità nell’uso delle tecniche artistiche, utilizzandole per ambiti tradizionalmente inconsueti.
L’essenzialità compositiva e il rigore scenico delle opere è solo apparente, infatti, l’occhio attento e gli amanti dell’ arte non potranno non constatare i forti ed importanti riferimenti culturali, che sicuramente e forse inconsciamente possono aver ispirato una tale produzione artistica.
Le ambientazioni di tipo scenografico rivelano la cultura accademica e le esperienze artistiche e professionali del maestro; e come Picasso era stato ispirato dalla celebre opera “La Montagna di Saint Victoire” di Cezanne per definire la pittura cubista, così Roberto Russo cosciamente o incosciamente ispirato dagli avanguardisti Mirò e Chagall crea una nuova corrente artistica, “Il Fantasy metropolitano”, dove reinterpreta in chiave fantastica la realtà quotidiana.
Ma i riferimenti culturali sono forti ed importanti e non si limitano a qualche precedente stile artistico; il maestro Russo sa trarre spunto anche dal mondo cinematografico, basti considerare i disegni preparatori che il regista Federico Fellini realizzava per le scenografie dei suoi capolavori cinematografici, in particolare per Amarcord e per Gelsomina (soprattutto per ciò che riguarda il colore e alcune scenografie); ma anche gli schizzi che Woody Allen effettua nella preparazione scenica dei suoi film avranno influenzato le scelte artistiche di Russo.
La poetica dell’artista, inoltre, è caratterizzata da elementi ripetuti, soprattutto “le lampade”, che assumono, di volta, in volta, funzione di “riflettori”, talvolta di “lampioni” o di “faretti”, e che ispirano a rivisitare tematiche semiologiche ben consolidate e a porsi quesiti molto introspettivi: “si tratta di una semplice e pura influenza cinematografica, o di una ispirazione metropolitana? O forse rievoca la luce dell’anima con l’intento di penetrare nei segreti della quotidianità, spesso asettica e oggettiva, dell’essere umano?”
Le influenze artistiche peraltro sono molteplici e rielaborate con estrema finezza e doti personali di grande sensibilità e versatilità rielaborativi ed applicativi.
Le opere inducono a ricercare similitudini con De Chirico, ma anche con gli artisti Fauves.
Siamo di fronte ad una nuova realtà artistica, ad un nuovo linguaggio visivo del quale dobbiamo cogliere gli aspetti caratterizzanti dell’arte figurativa di Roberto Russo, sicuramente uno dei più qualificati maestri contemporanei.

Mariarosaria Salerno
(Esperta e Curatrice d’Arte)

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