La Pittura dell’Artista e maestro calabrese Roberto Russo si traduce in una scelta accurata e fantasiosa di colori forti e vivaci, a tratti marcati, a tratti evanescenti, tenui, sfumati -il cui stile inconfondibile- fatto di immagini reali o concrete; surreali ed astratte, per certi versi giocose, scherzose, spiritose, ci trasmette- procedendo in un’attenta analisi dei particolari di ogni sua rappresentazione- lo spaccato di un vissuto quotidiano, che assume, però, nella realizzazione pratica della sua pittura i connotati, le caratteristiche “di un mondo bizzarro”, lieto, allegro, utopico, personale, stravagante, originale, volto a riprodurre finemente figure metafisiche, un po’ assurde, incerte, enigmatiche, belle, briose, dalle forme precise, lineari, essenzialmente semplici e qualche volta anche geometriche, che mettono in evidenza come ci sia un possibile punto di incontro o contatto tra la realtà e il sogno.

Ecco, dunque, che le immagini o i disegni di Russo vivono, prendono forma e trasmettono un pregnante senso di leggerezza, luminosità, vitalità, appunto animazione, vivacità- prospettive- che vanno oltre lo spazio e il tempo.

Appunto per questo, che tutta l’opera o l’attività dell’artista- in questo caso oserei dire un po’ sognatore- rappresenta l’emblema di una pittura vivace, che scalda, illumina, favorisce diversi spunti o riflessioni, scatena differenti emozioni o stati d’animo in colui o colei, che osservano attentamente ogni singolo quadro.

Le tele si animano al tocco di colori vivi, accesi -il rosso, il fuxia, il blu, l’arancio, il verde, il giallo, l’azzurro, il rosa, il bianco, il grigio- regalano momenti di evasione e di leggerezza, ed ancora di spontaneità e gioco, azione e svago; e certamente, vantano, anche, anni di studio e di ricerca continua.

Macchie di colori intensi e luminosi prendono corpo; e sui dipinti appaiono le figure, i contorni o i volti di personaggi originali, stravaganti, eccentrici, fantastici, che si lasciano rischiarare “da un fascio di luce” chiara, limpida, trasparente e luminosa di “un riflettore” o “proiettore”, che non abbaglia, non genera caos e fastidio; ma al contrario illumina, rivela, e fa luce su ogni elemento che compone la scena, l’ambiente raffigurato, con maestria ed abilità; cosicché la mente di chi osserva si apre alla verità, alla ricerca del vero significato, che l’artista ha voluto, realmente, trasmettere, cercando di dare volto e senso a ciò che è sfuggente ed incomprensibile, misterioso, oscuro, che solleva in ognuno di noi solo paure, ansie, stranezze, contraddizioni, limiti.

In vero, questa luce impalpabile, che è presente in tutta la produzione pittorica di Russo, svela quale sia la natura autentica di ogni cosa, “Kantianamente parlando del fenomeno”; ecco allora che partendo, proprio, dalla rappresentazione della realtà in sé, che viene manipolata dal maestro in maniera grottesca, ironica, divertente, “con un tocco di colore quasi fanciullesco” che Russo fa “vivere personaggi enigmatici, soggetti ideali, figure o immagini surreali- con quella giusta dose di spiccata sensibilità, estro creativo, armonia ed equilibrio fra le parti.

In sintesi, in ciascuna tela di Russo, emerge un aspetto importante; e cioè ogni manifestazione della realtà, dell’ordine naturale del mondo, del certo, finisce con lo sposare il sogno, l’utopia rappresentata dai personaggi ideali, astratti, che letti “tridimensionalmente” vanno analizzati e interpretati in chiave “psicoanalitica”.

E difatti, quest’ ultima analisi ci suggerisce che bisogna approfondire la tecnica artistica di Russo, il vero significato profondo dei suoi soggetti, che ritrae; per cogliere le atmosfere emozionanti di una realtà, che l’artista forse ha già vissuto o che vivrà, i ricordi sfumati e rimossi, la sua interiorità, la sua spiccata fantasia-fotografie nitide, dense di bellezza- imprigionate nel suo animo, nella sua psiche; e che trovano la loro massima espressione in “quelle pennellate” che si presentano ai nostri occhi come immagini dense di pathos, erotismo, divertimento, carica, forza, entusiasmo, razionalità, voglia di vivere, sogno, immaginazione, libertà, leggerezza, futilità, che si traducono “in quei volti, in quei colori, in quelle figure, in quelle creature curiose, ben distinte”, dotate, pertanto, di uno spirito libero e volitivo, che si muovono persino su dei monopattini, allegri e spensierati, pronti a gioire e a vivere felici, superando il senso di precarietà e di dolore della vita; pronti a distogliere lo sguardo dalle brutture e turpitudini che caratterizzano purtroppo l’esistenza umana; ed infine a causa sempre dell’ambivalenza e doppiezza umana, che quelle stesse immagini o volti indossano al posto delle maschere, gli occhiali o le bende, proprio, per rimarcare ancora una volta che non vogliono vedere i conflitti, le sofferenze, il lato oscuro che accompagna il nostro vivere.

Donatella Bisignano
(Docente di Filosofia e Storia)
Responsabile Ufficio Stampa
della Casa Editrice Cliodea

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